Parole affamate di parole è la nuova raccolta di poesie di Stefania Rabuffetti, in libreria per Manni Editori con una prefazione di Renato Minore (pp. 572 – euro 28,00).
Il volume, dopo l'esordio a Milano nell'ambito di Bookcity, sarà presentato a Roma venerdì 6 dicembre. Introdotti dal linguista e critico letterario Massimo Arcangeli, l'attore Giorgio Lupano e l'autrice Stefania Rabuffetti leggeranno alcune poesie estratte dalla raccolta. Ospite della serata la pianista Mariangela Vacatello.
Un'antologia drammaticamente intima che si sviluppa attraverso 10 sezioni tematiche – anima/corpo, io/tu, amore/odio, luce/buio, ragione/follia, verità/bugia, realtà/sogno, voce/silenzi, male/bene, vita/morte – ciascuna delle quali è introdotta da tavole illustrate dell'artista madrileno José Molina.
Rabuffetti attinge da un inesauribile vaso di Pandora. Il suo vissuto è fatto di contrazioni e distensioni, di redenzione e baratro, amore e repulsione, come traspare dai suoi versi:
Mi piego ma non mi spezzo
mi fletto ma non mi incrino
mi inchino ma non mi umilio
inciampo ma non mi scheggio.
A questo continuo scandaglio emotivo corrisponde una produzione prolifica, senza posa, "bulimica", come la definisce Renato Minore nell'introduzione: «Parole affamate di parole, come un bulimico processo che trascina ogni verso e ogni poesia (preceduta dal suo titolo che è spesso anche spiazzante, come un contrappunto ironico a ciò che dice) e rinvia alla successiva, in un continuum decostruito-ricostruito».
La scrittura è, dunque, lo specchio dell'anima dell'autrice; l'irrequietudine è trasmessa da continui salti cronologici, dall'andare e venire nel tempo come testimoniano le date in calce alle poesie. Ma la parola esprime anche una costante ricerca di senso, la volontà di giungere a un livello superiore di consapevolezza di sé, del mondo e delle relazioni che vi si instaurano.
Cenni biografici:
Stefania Rabuffetti è nata a Roma, dove tuttora vive. Per dieci anni ha lavorato in RAI come redattrice di vari programmi televisivi, dal varietà alle rubriche culturali. Nel 2007, si avvicina alla poesia che diventa ben presto un modo per affrancarsi dalle difficoltà personali: una terapia contro la depressione, l'apatia e il senso di alienazione. Con Manni ha pubblicato Il perimetro dell'anima (2009), vincitore del "Premio Minturnae 2010" (sezione giovani), Libertà vigilata (2011), Vietati gli specchi (2016) e Cartoline dall'universo (2017).
José Molina è un artista, illustratore e grafico di origine madrilena. Attualmente vive e lavora in Italia. Le sue opere sono state esposte in prestigiosi contesti come il Museo della Scienza e della Tecnologia, la Fondazione Mudima e la Triennale a Milano; la Real Academia de España a Roma e la Reggia di Caserta per citarne solo alcuni.
Presentazione: venerdì 6 dicembre, ore 18.30 a Palazzo Rospigliosi, via Ventiquattro Maggio, 43, Roma.
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