Caro Andrea,
Umanamente e professionalmente sei un “faro” per tutti gli amici e per tutti quei giornalisti, responsabili di uffici e agenzie stampa, web communicators che, come me, a te debbono moltissimo per essere ormai da diversi anni accompagnati da un grande Maestro e inseriti nei tuoi prestigiosi portali del network CorrieredelWeb ma anche per apprendere quotidianamente da te e poter mettere in pratica tanti utili e preziosi consigli sul come e dove comunicare in maniera efficace.
Specie se non ci vengono rammentate le ricorrenze e gli anniversari, i ricordi vengono riposti in un segreto “cassetto della memoria”, spesso intimo ed ermeticamente chiuso al prossimo.
Nella convinzione che il dolore possa almeno in parte affievolirsi solo verbalizzandolo, dunque parlandone con gli altri e scrivendone secondo una mia teoria che ho chiamato “tecnica dello svuotamento del dolore”, ritengo che oltre che nel’intimo segreto delle nostre anime, sia utile lasciare un piccolo seme, un ricordo “in memoriam” del caro estinto anche nell’etere e per questo Internet ci aiuta.
Il richiamo delle persone che ci guardano dall’alto del cielo di una Nuova Vita potrebbe essere - come sostiene una mia cara amica-, “molecolare”, quasi come fosse scritto nei nostri geni.
Mantenere e continuare il ricordo di una persona scomparsa è benefico perché le rende onore e rispetto e, in qualche modo, le conferisce una sorta di “eternità” e fa bene anche a noi.
Pur nella mia posizione agnostica per la quale ho addirittura invertito il motto “Perdono ma non dimentico” trasformandolo a mia misura e modo di vedere in “Non perdono ma dimentico”, tutto sommato è più valido perdonare episodi spiacevoli ma tener alti il ricordo e la memoria di persone estinte che, pur nella loro diversità da noi, hanno avuto grandi meriti, primo fra tutti quello di reciprocarci nel bene che abbiamo loro voluto.
Parlarne e scriverne sui media on e offline, nella carta stampata, o anche in una prece, su una lettera privata manoscritta o con un semplice pensiero, ha forse più senso per “noi” qui in questa Terra ma, con un pizzico di speranza, che non oso chiamare fede non essendo religiosa, credo e spero che anche le persone che son mancate separandosi da noi possano “percepire” le nostre “comunicazioni” e, forse, compiacersene in una ipotetica Vita ultraterrena, magari con un sorriso e con la saggia pazienza di potersi un giorno ricongiungere tutti con coloro che hanno amato e che li hanno amati.
Per questo ho sentito il dovere personale di pubblicare articoli e anche necrologi su mia suocera che si è tristemente e improvvisamente spenta pochi giorni or sono. Lei sicuramente non ne ha bisogno lassù; tuttavia potrebbe allietarsene e, soprattutto per noi quaggiù, ciò può avere un valore molto elevato e, come ho spiegato, carico di significati. Avrò un pizzico di follia, ma, assicuro, è molto lucida.
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